venerdì 25 agosto 2017

Lettera al Direttore: VOLEVO FARE LA HOSTESS



Ci è pervenuta per e-mail la esperienza di una donna plurilingue in cerca di lavoro come hostess. Abbiamo promesso di mantenere l'anonimato. Ci ha sorpreso il contenuto. Si commenta da sé. 

Sono venuta a conoscenza delle assunzioni da parte di Ryanair per il 2017 in un ozioso pomeriggio di giugno,  mentre ero su internet alla disperata ricerca di idee che mi permettessero di cambiare vita.
Decido quindi di compilare il questionario proposto dal sito, allegando anche il mio curriculum.  Nel giro di un'ora ricevo una risposta positiva via mail, venendo invitata a partecipare al cabin crew assessment day, che si sarebbe tenuto il successivo 28 giugno a Bari,  presso l'hotel "Parco dei Principi". Mi sentivo rincuorata e fiduciosa,  pensando che finalmente fosse arrivata la mia occasione. Mi preparo al colloquio,  attenendomi alle indicazioni disposte nella mail, soprattutto quelle relative al dress code imposto dalla compagnia: camicia, gonna al ginocchio e calze color carne. Nella mail di invito al cabin crew assessment day viene più volte ribadito che i tatuaggi sul viso, sul collo, sulle braccia fino ai polsi, sulle mani, e per le donne,  dalle ginocchia fino ai piedi sono severamente vietati, e non è nemmeno consentito coprirli con trucco, bende, cerotti o gioielli.  Io ho un geko tatuato sulla caviglia,  un tratto distintivo penalizzante, che avrebbe potuto precludermi quella che ritenevo fosse una possibilità.  Quindi contatto una make up artist e provvedo a farmi coprire il tatuaggio. Arriva il giorno del colloquio e mi presento puntuale in albergo,  dove mi ritrovo insieme a circa una trentina di candidati,  tra ragazzi e ragazze tirati a lucido e accomunati dalla prospettiva di un lavoro affascinante,  che dia la possibilità di viaggiare,  di avere un contratto decente e di ricevere uno stipendio dignitoso. C'erano studenti del liceo linguistico che si accingevano ad affrontare gli esami di maturità,  e con la chiara intenzione di non proseguire gli studi universitari,  studenti universitari,  e ragazze laureate in lingue già da qualche anno,  e dal curriculum invidiabile,  a cui dò un' occhiata fugace. Decido di non abbattermi perché non è richiesta la laurea in lingue,  ma solo "fluent English,  both written and spoken" , requisito di cui sono in possesso. Siamo in fila, in silenzio,  in attesa, finché si apre la porta della sala congressi,  da cui esce una donna che si presenta,  dicendo di chiamarsi S.,  che non parla italiano,  e che presumo sia inglese o irlandese. Dapprima ci controlla i passaporti,  e avviene una prima scrematura: alcuni dei candidati non ne sono in possesso,  nonostante fosse esplicitamente richiesto al cabin crew assessment day; un ragazzo viene scartato perché troppo alto,  《and you wouldn't be safe on a plane》, gli dice S. Quindi ci fanno accomodare nella sala conferenze,  dove ci sottopongono un English test, che comprendeva domande elementari a risposta multipla,  e una breve produzione scritta. Nonostante non mettessi alla prova il mio inglese da parecchio tempo,  me la sono cavata bene,  tanto da essere ammessa alla fase successiva,  durante la quale è stato proiettato un video: dapprima vi erano le interviste di dipendenti che avevano affrontato il training course, che consentiva di diventare personale di bordo, e che veniva descritto come una delle esperienze più emozionanti della loro vita, in cui si nuota, si spengono gli incendi e si salvano bambolotti avvolti dal fumo. S., durante la proiezione del video,  insiste su come le caratteristiche richieste ai candidati siano flexibility and availability to be relocated in any base.
Successivamente si inizia ad entrare nel dettaglio del salario e dei tempi di lavoro: non esiste un fisso mensile, ma vengono retribuite solo le ore di volo e si percepisce il 10% su ogni prodotto venduto a bordo.  Il salario mensile dovrebbe oscillare tra i 900 e i 1100 euro lordi, in base al luogo in cui si viene ricollocati. Viene poi fatto cenno a un periodo annuale in cui non si lavora e non si ricevono soldi,  che va da uno a 3 mesi. Non si parla di tredicesima e/o quattordicesima,  ma solo di bonus che si ricevono solo il primo anno. Inoltre la divisa costituisce un costo esternalizzato al lavoratore: il primo anno sono 30 euro al mese che vengono scalati direttamente dalla busta paga,  e S. giustifica prontamente i costi aggiuntivi come un incentivo ad avere maggior cura dell'uniforme , 《 because once you have the wings,  you are part of the Ryanair family》, aggiunge. Infine il corso di formazione si rivela essere una spesa enorme,  più che il luna park per la generazione Erasmus che volevano dipingere nel video iniziale. Vi è una registration fee del corso di 500 euro. Vi sono inoltre 2 opzioni di pagamento: la tassa del corso che ammonta a 2999 euro e che può essere detratta dallo stipendio.  Il costo dell'alloggio, pari a 700, deve essere pagato 3 settimane prima dell'inizio dei corsi.  Oppure è possibile pagare un'unica soluzione la tassa del corso pari a 2399 , a cui sono da aggiungere la tassa di registrazione del corso e il costo dell'alloggio. Una volta assunti,  cosa che avviene dopo aver sostenuto con successo l'esame di fine corso, bisogna sobbarcarsi i soldi dell'affitto di una casa nonché i costi dei trasporti per l'aeroporto nel Paese in cui si viene ricollocati. Quindi,  a conti fatti,  quanto resta per vivere? L'iniziale entusiasmo dei candidati,  me compresa, era visibilmente calato, a giudicare dalle espressioni di smarrimento e dalle smorfie di disappunto. Quindi mi sono chiesta se fossi davvero disposta a essere ricollocata in una qualsiasi base Ryanair e a vivere con circa 300 euro al mese. La mia risposta era no. Quindi ho deciso di rivelare a S. di aver coperto il mio tatuaggio con il trucco,  nonostante fosse severamente vietato dalle regole della compagnia.  Sandra mi ha risposto che non avrebbe voluto farmi perdere tempo e soldi e, poiché al corso avrei dovuto sostenere prove di nuoto, il tatuaggio sarebbe stato scoperto,  e sarei stata immediatamente spedita a casa,  perdendo i 500 euro della tassa di registrazione.  Quindi,  date le condizioni di lavoro proposte da Ryanair,  quello stesso tatuaggio che credevo essere un impedimento alla realizzazione di un'occasione,  si è rivelato un'ancora di salvezza. (lettera firmata)

giovedì 24 agosto 2017

BOTERO, Complesso del Vittoriano, Roma



Roma ospita, nel Complesso del Vittoriano, (Ala Brasini) una esauriente mostra sul Maestro Botero che sta andando al di là delle date previste,  per il successo stabile di pubblico: trattasi della prima retrospettiva dedicata all'opera dell'artista 85enne di origini colombiane (anni 1958-2016). La dimensione oniroide, fabulistica (come ci abitua l'arte e la letteratura) travolge nell'estasi nostalgica e nella serenità armoniosa delle forme umane. Ben organizzata ed imperdibile. (am)


"Il problema è determinare la fonte del piacere quando si guarda un dipinto. Per me il piacere viene dall'esaltazione della vita, che esprime la sensualità delle forme. Per questa ragione il mio problema formale è creare sensualità attraverso le forme", scrive Botero.








domenica 13 agosto 2017

Two Hours to Doom ("Due ore al disastro"). Quando dottori STRANAMORE governano il mondo.

Si fermeranno? li fermeranno? Solo il pensiero Adulto ci può salvare dalla impulsività personologica di stampo adolescenziale

Quanti dottori Stranamore circolano nel mondo reale e virtuale? Fermiamoli finché si è in tempo.



Il dottor Stranamore (Red Alert o Two Hours to Doom) è un romanzo di fantapolitica (1958) di Peter George: narrava di una possibile terza guerra mondiale atomica, che al tempo dei due blocchi Est-Ovest contrapposti non era molto probabile (grazie ai delicati equilibri strategici messi in atto dai due blocchi) ma credibile (quanti rifugi antiatomici sono stati costruiti durante la guerra fredda in Paesi NATO e persino nella neutrale Svizzera!)
Dal libro origina il famoso film di culto  di Stanley Kubrick Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba. (1964) . Il romanzo si distacca sensibilmente dal film. 

"L’invenzione di Stanley Kubrick, per Il dottor Stranamore, è l’avere applicato ad un cinema con una finalità politica, latamente e complicatamente politica, il registro del grottesco, del comico, dell’assurdo e dell’impossibile su un plot che nell’ottica politica di quegli anni si sarebbe potuto rivelare assolutamente e terribilmente veritiero, possibile, fantasticamente credibile. Un meccanismo, quello innescato dal film, che si serve della farsa per mettere in scena verità che messe a nudo, spogliate da ogni satira e da ogni orpello spettacolare, restano assolute. Kubrick crea una rutilante macchina di spettacolo che dissemina situazioni esilaranti e paradossali, travisando e infrangendo ogni regola. Soprattutto quella della serietà dell’argomento, in rapporto al registro umoristico del film, della terribile paura della bomba che serpeggiava, a ragion veduta, in quegli anni di tensione politica." (Tonino De Pace, 2014)

Cavalcare missili nucleari è follia

Lo strepitoso Peter Sellers nel film: occhi assetati di potere

Avranno mai visto il film o letto il romanzo certi personaggi politici di rilievo oggi nel panorama nazionale e mondiale? Dovrebbe essere un dovere quanto visitare almeno una volta un campo di sterminio. Abbiamo politici che spesso ignorano storia e geografia, che insieme costituiscono lo spazio-tempo dell'Uomo. 

Ieri

Oggi: anche informatica



Anni fa Gregory Bateson (a lato) descriveva la competitività relazionale in termini di relazione simmetrica e complementare: quando entrambi i membri della comunicazione competono per la posizione di supremazia (one-up) e nessuno dei due accetta, anche transitoriamente, la posizione one-down si stabilisce una instabile quanto pericolosa relazione simmetrica che può arrivare alla ESCALATION SIMMETRICA: tipica e classica fu la escalation che portò alla guerra del Vietnam (1965-1975). Foriera di rovine è ogni escalation storica: guerre in Medio Oriente, il decennale conflitto Iran-Irak, prima e seconda guerra dell'Irak, Siria ecc. 


L'elenco delle escalation appare interminabile, come le guerre che si accendono facilmente e non si esauriscono che lentissimamente. Le escalation si possono interrompere? Sì ed è anche successo nella Storia. 


Kruscev a sin. e Kennedy a dx

La crisi dei missili di Cuba (15-23 Ottobre 1962) fu interrotta da due figure illuminate e non guerrafondaie come John F. Kennedy e Nikita Kruscev. Da un punto di vista analiticotransazionale la escalation, fomentatata dai "falchi" di entrambi i fronti, si attenuò e risolse allorché i contendenti riuscirono a far prevalere il pensiero lungo dell'Adulto, quando cioè comprendi le conseguenze immediate e tardive di ogni comportamento. Si dice che Kennedy vedendo in quei giorni i propri figli piccoli addormentarsi tranquilli nel caos familiare abbia deciso di non procedere oltre nello scontro che avrebbe determinato la fine del genere umano. Probabilmente, al rientro in casa anche a Kruscev capitò qualcosa di simile. Ricordo che in quei giorni di crisi mondiale (palpabile anche in Italia) vedevo i miei genitori più affettuosi e preoccupati: avevano superato indenni la Seconda Guerra Mondiale e sapevano che la Terza, che non si profilava "convenzionale",  si sarebbe risolta in pochi istanti di Apocalisse "nucleare".

Il GN (Genitore Normativo) è quella struttura-funzione dell'Io che quando si negativizza è  a maggior sconfinamento nel terreno dell'ipercriticismo e della persecuzione e combina solo guai e distruzioni sottesi da rabbia. Quando si attiva in noi la componente Genitoriale Affettiva, soprattutto positiva,  nell'egogramma la componente Genitoriale Normativa diminuisce; ciò  consente di uscire da circuiti persecutori serrati G-B ed attiva le funzioni Adulte, le uniche che ci collegano alla realtà, al qui-ed-ora, al problem solving ed all'etica. Insomma siamo più lucidi e previdenti, non più istintivi e aggressivi.


La vista di un bambino inerme che dorme è il miglior antidoto contro la guerra. 


Non è buonismo. E' buon senso. Se siamo in pace con il nostro Bambino, siamo in pace anche con i bambini del mondo circostante, il nostro futuro. Basta vedere esempi di Papi come Giovanni XXIII, Giovanni Paolo II e l'attuale; basta apprendere da Ghandi, Martin Luther King: di gente pacifica e "peacemaker" ce n'è più di quella che crediamo. Non è vero che il non-OK prevale: fa solo più rumore e danni. Forse però ci vorrebbero più bambini nella nostra società per rafforzare la nostra civiltà, che se non la facciamo soffrire di Alzheimer,  può ricordare le recenti atrocità sofferte.  Per non ripeterle. (a.m.)







Appendice

Bibliografia di riferimento



COME MAI IL KENYA SI SMEMBRA IN LOTTE TRIBALI ALLE ELEZIONI

Bidonville di Mathare, a Nairobi, dove è morto un bambino di 9 anni (agenzia Reuters)

Altissima la tensione nel Paese, mentre gli oppositori contestano la vittoria del presidente Uhuru Kenyatta. Più di cento morti, qualcuno dice, tra cui bambini. Stime improbabili ma, ad ogni elezione politica, la Repubblica ricade nel baratro delle divisioni etnotribali  e nella violenza arcaica. 


Luo in azzurro


Chi ci segue da tempo, non ignora che siamo legati alle vicende africane ab initio e particolarmente al Kenya che speriamo di poter presto frequentare in libertà: ne siamo forzosamente lontani, come sanitari volontari aggregati ai missionari della Consolata, in questa perniciosa fase mondiale di qaedisti  somali (Al-Shabaab), fanatici ISI; mancavano solo le tensioni periodiche interne che sfociano in lotte intestine.
Certamente la aggregazione etnica e religiosa è assai più potente delle dinamiche partitiche in Occidente: il collante delle origini non consente ad un Samburu di trasformarsi in Kikuyu, questo è intuibile ed un transformer politico "all'italiana" non avrebbe vita facile. 
Mugabe Were
Il clima di violenza nazionale ricorda quello del 2008, quando gli scontri violenti tra vittoriosi e perdenti (anche allora lo sconfitto era Raila Odinga), causò forse mille morti. Allora fu ucciso nel Gennaio 2008 una persona a noi nota, il deputato Mugabe Were, uomo colto e probo che aveva studiato all'Università di Lecce e che aveva una compagna salentina Maria Palma e tre figli maschi. Era partito dall'Italia appunto per partecipare alla campagna elettorale per il ‘Movimento Democratico Arancione' e fu ucciso da due sicari a Nairobi, nel quartiere residenziale  Westland, davanti al cancello di casa. 
"Questo terrore di Stato è stato perpetrato in seguito ad una meticolosa preparazione", ha denunciato James Orengo, esponente della National Super Alliance (Nasa), in una conferenza stampa a Nairobi. Intanto la Commissione Diritti Umani del Kenya ha detto di aver contato 24 morti nelle proteste scoppiate nelle roccaforti dell'opposizione dopo le elezioni di martedì. Solo a Nairobi, nella bidonville di Mathare, sono morte una decina di persone fra le quali una bambina di 9 anni. In questa stessa zona Medici senza frontiere ha soccorso molti feriti. In tutto il Paese scontri con vittime.


Le accuse di broglio elettorale sono divenute un "tormentone" anche nelle democrazie occidentali, quelle più collaudate, se vogliamo. In Venezuela sono una realtà amara dagli sviluppi imprevedibili. In Kenya le accuse hanno radici storiche "razziste", come altrove. 


Uhuru Kenyatta, un Kikuyu

  

 

Raila Odinga, un Luo




















Noi abbiamo già avuto modo di descrivere su InCultura il caleidoscopio quadro etnico del Kenya. Il Presidente eletto (al secondo mandato) e "contestato" dalle opposizioni è Uhuru Kenyatta, figlio dello "storico" Jomo Kenyatta, il padre della indipendenza del Kenya, morto nel 1978. E' di etnia Kikuyu e il nome Uhuru in swahili significa libertà. Gli si contrappone da sempre Raila Odinga, più anziano, appartenente alla etnia complessa dei Luo, gruppo nilotico-sudanese vicino al Lago Vittoria. 

Follie sociali inutili e cruente. Ci auguriamo che prevalga il buon senso e che crescano le sinergie e la cooperazione tra gruppi etnici diversi, un mix che potrebbe essere una spinta a ruolo di maggiore spicco nel panorama politico africano e internazionale. Ti vogliamo bene, Kenya. E a presto (achille miglionico)



Si veda  ETNIE del KENYA brevi note 


R. Magritte - Le Savoir La porta Socchiudo la porta: s'intravede la luce La via non è fuori  È nel buio più intenso  nella parte più osc...