lunedì 13 giugno 2011

LA COMUNICAZIONE A POMPEI. E nei postriboli.


Ubicate all'esterno delle mura, all'ingresso di Porta Marina, le Terme Suburbane di Pompei sono un complesso termale pubblico di epoca augustea, concepite con un solo settore e uno spogliatoio unico, per uomini e donne, arricchito da quadretti a tema erotico.
Le Terme suburbane presentano, oltre allo spogliatoio (apodyterium), gli ambienti in sequenza con vasca a bagno freddo (frigidarium), una stanza con vasca a temperatura moderata (tepidarium), un piccolo ambiente per bagni di sudore e una stanza con vasca per bagno caldo (calidarium). Lo spogliatoio è affrescato con quadretti erotici, complessivamente sedici, di cui solo otto sono oggi visibili. Sotto ogni scena erotica vi è il disegno di una cassetta in legno numerata che richiamava quella in cui si ponevano gli abiti (v. foto).

scatole raffigurate con numero romano

Gli otto affreschi visibili (parete est e sud dello spopgliatoio) presentano varie posizioni e prestazioni sessuali che, secondo la ricostruzione di alcuni, potrebbe essere una specie di 'catalogo' delle prestazioni sessuali erogate al piano superiore delle terme. Vi è anche una scena di amore saffico, una vera rarità pervenuta dall'epoca romana .
Sulla funzione di questi quadretti qualcuno dice che non erano una 'vetrina', ma avevano solo intendimento ornamentale e ironico.
A noi vengono altre considerazioni sull'impatto visivo di certa comunicazione. Che l'Eros  fosse vissuto nell'antica Roma scevro di sensi di colpa (che sarebbero stati introdotti nel contesto tardo imperiale dal cristianesimo attraversando medioevo e tempi moderni) lo si sapeva anche dai graffiti spontanei che ricoprivano liberamente muri di Pompei ed Ercolano (L. Canali, G. Cavallo, 1991): il "permesso" all'Eros è insito nel copione culturale post-repubblicano e imperiale . A ben guardare le pitture erotiche sono poste ognuna in corrispondenza con la posizione di scatole sulla mensola ed ogni affresco reca un numero romano (I,II,III sino VII). Ciò fa pensare che l'utente delle terme si spogliasse promiscuamente e riponesse gli abiti in scatole di legno (a noi non pervenute naturalmente), finendo con poggiare la scatola sulla mensola in posizione I-II ecc. Dunque nello spogliatoio - noi suggeriamo in base all'analisi della comunicazione visiva- le scene potrebbero avere anche un significato mnemonico: 1) è più facile ricordare un  numero se c'è sopra una scena erotica diversa; 2) il numero progressivo è disegnato su una scatola dipinta  (a livello di comunicazione extraverbale è come dire: "Poni la roba nella scatola di legno numerata"; 3) la figura può essere memorizzata anche da un analfabeta (e ce ne dovevano essere!); 4) l'intendimento è anche ludico, umoristico, accattivante come una "pubblicità"; 5) la funzione di arredo degli affreschi, così caratteristico degli ambienti romani (ove si prediligeva scarno mobilio ed al pavimento si preferivano mosaici ai tappeti), doveva essere minima in uno spogliatoio ove si stazionava poco o nulla.  
Detto questo, va segnalato che nello spogliatoio sono stati effettuati cambiamenti già in epoca romana: prima della eruzione del 79 d.C. qualcuno stava occultando gli affreschi erotici con una decorazione di cui residuano abbondanti tracce. Scartata l'ipotesi di una ondata di puritanesimo, si può ipotizzare che fosse cambiato il gestore-proprietario. Chissà. Tot capita , tot sententiae (tante teste, tante opinioni), avrebbe detto un giornalista dei tempi. (achille miglionico)

AMINA ARAF E' UN MASCHIO NORDAMERICANO! Un'altra "bufala" del Web

E' il 1993 quando Peter Steiner sul  New Yorker disegna la famosa vignetta che ritrae un cane davanti al computer. La didascalia dice: “Su Internet, nessuno sa che sei un cane” .
Wow! anzi Bau!
Quante persone, precipitate dalla mitomania o dalla diffusione di identità, spinte da difficoltà di apparire per quelle che sono o dal desiderio di apparire per quello che non sono, usano internet come un travestimento? Il problema della veridicità dello strumento (internet) è il problema della veridicità dell'uomo stesso, che dal possesso del Logos ha tratto il vantaggio della Bugìa. Quindi la domanda non è su Internet che rimane uno strumento di scambio. Internet, lo diciamo da sempre, è come un mercato ove trovare di tutto e niente, cose false e cose vere. La vera domanda di sempre è: come mai l'uomo mente? come mai lo fa anche quando non è in gioco la sopravvivenza? Ulisse (Odisseo) dice la bugia a Polifemo per salvare se stesso ed i compagni (ricordate? "Mi chiamo Nessuno" e, quando il gigante accecato griderà ai compagni propri che l'hanno accecato, egli dirà che è stato Nessuno, consentendo la fuga ai greci scaltri). Il coniuge dice la bugia per coprire che ha un amante. La spia rivelerà qualcosa di errato per fuorviare il nemico ecc. Si possono dire bugie su bugie - su temi anche seri - per "gioco"? Evidentemente sì se pensate alla rivelazione di questi giorni che la blogger Amina Araf, la “ragazza gay di Damasco”, il simbolo della rivolta in Siria, è in realtà un uomo, un americano di 40 anni della Georgia. Mentre il mondo aveva creduto che Amina fosse stata arrestata,  l’uomo che per 4 mesi ha simulato (giocando un gioco di ruoli?) di essere una coraggiosa dissidente era andato in vacanza con la moglie in Turchia. Lo ha confessato lui stesso con un post intitolato “Scuse ai lettori”. Firmato: Tom MacMaster, Istanbul, Turchia, 12 giugno 2011.
“Non mi aspettavo un livello di attenzione del genere – scrive -. Mentre il personaggio era di fantasia, i fatti raccontati su questo blog sono veri e non fuorvianti rispetto alla situazione sul campo. Io credo di non aver danneggiato nessuno. Gli eventi vengono plasmati dalle persone che li vivono su base quotidiana. Ho solo cercato di gettare luce su di essi per un pubblico occidentale. Questa esperienza ha tristemente confermato i mio modo di sentire riguardo alla copertura spesso superficiale del Medio Oriente e la presenza pervasiva di forme di Orientalismo liberale. In ogni caso sono rimasto profondamente toccato dalle reazioni dei lettori”.
Ed ora, caro Tom, cosa hai imparato (a spese degli altri)? Che forse gli avvenimenti si possono anche solo descrivere e narrare (cronaca si chiamava e la faceva anche Indro Montanelli senza sentirsi sminuito): chi ha detto che bisogna deformarli ("plasmarli" dici tu)? Che sono gli individui a fare la storia e non le bugie. Che i morti sono morti. Che bastava segnalare la finzione per non danneggiare.
Ma, caro Tom, tu hai ragione su di una cosa: chi ti avrebbe seguito? Quattro lettori (come i miei), non migliaia di lettori con effetto gregge. E chi avrebbe saputo della esistenza di un Tom MacMaster qualunque? Oggi per una comparsata  in tv o per un attimo di notorietà che combatta la mediocritas (una volta ritenuta "aurea") la gente "si venderebbe la madre ai ...": no, non posso ripetere la vecchia battuta di Woody Allen che alludeva a certe popolazioni nomadi dedite alla razzìa. Non sarebbe politicamente corretto. Avete notato che si è politicamente corretti quanto più ci si allontana dall'eticamente corretto?
Ma torniamo al tema delle Bugie e dei gran Bugiardi. La frase storica di Epimenide di Creta (VI secolo a.C) "I Cretesi sono bugiardi"  diviene un paradosso se pronunciata da un uomo nato a Creta : come credergli se è bugiardo? e, se anche dicesse la verità, come credergli? Se pensate a questo punto, che io sia un pessimista, vi dico che siete male informati o bugiardi. Io sostengo che l'uomo ha inventato la Bugia ma non solo quella: anche l'ETICA. Ah, se l'ascoltassimo di più della vanagloria mediatica. (achille miglionico)

martedì 7 giugno 2011

L'ESCHERICHIA ASSASSINA VIENE DA.... Elogio della Follia 5.

Le Procure d' Italia inseguono assassini con risultati - diciamolo - deludenti in quanto a lentezza operativa per cui le vere indagini si svolgono nei dibattiti televisivi grazie alla superba intelligenza di intervistatori-attricette-giornalisti. Ah! quanto ci manca un Gibbs di NCIS! Parlo della efficientissima Unità anticrimine della serie televisiva statunitense creata dal geniale Donald P. Bellisario. Certo è facile criticare gli italiani, è come sparare sulla crocerossa. Ma come vanno le cose in Germania? Maluccio. Forse ne vantiamo troppo la puntigliosa organizzazione se si considerano gli insuccessi recenti nel catturare un killer, sfuggente e di piccola taglia: ogni giorno ne sentiamo una nuova nella ricerca della famigerata Escherichia Coli, un batterio che - contrappasso dantesco - da un tedesco fu scoperto e denominata: Theodor Escherich. Ora il colpevole è un cetriolo, ora la soia. Si salta nell'orto alla caccia di un singolo contaminante-contaminato ed il risultato più sicuro è che il mercato ortofrutticolo è stato seriamente danneggiato dalla tempesta mediatica. Sembra di vedere i polizieschi della realtà italiana: ora l'indice è puntato su di uno, ora su di un altro. Il tempo passa e passa e comunque il colpevole in un modo o nell'altro la farà franca. Cari vicini tedeschi, per il ceppo della Escherichia non andate troppo lontano. Vi suggeriamo l'esistenza di un ceppo a noi tristemente noto, il ceppo killer conosciuto come E. Coli avetranensis. Ecco l'assassino. (erasmo da rotterdam)

R. Magritte - Le Savoir La porta Socchiudo la porta: s'intravede la luce La via non è fuori  È nel buio più intenso  nella parte più osc...