lunedì 23 settembre 2013

Perché il Kenya è colpito dal qaedismo? riflessioni

Lo è dal lontano agosto 1998, prima del Grande Attentato delle Torri Gemelle (11 Settembre 2001), quando furono colpite le ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania. Gli attentati causarono 223 morti e circa 4000 feriti e furono rivendicati da Osama Bin Laden (!). Anche allora la situazione dell'Africa Orientale era in grave fermento bellico. Inoltre il Kenya è ancora fortemente cristianizzato: chi lo frequenta sa che le missioni cattoliche e cristiane in genere contribuiscono dal 1900 alla assistenza e transizione delle popolazioni verso forme di integrazione. Proliferano poi le sette cristiane con gruppi di fedeli che le sostengono (basta un giro sulla costa e nella periferia di Nairobi per vedere centri religiosi cristiani assai originali nelle denominazioni). Il Kenya, si sa,  è fortemente multietnico e le stesse ideologie politiche risentono della appartenenza culturale ad una certa tribù piuttosto che ad un'altra. Si veda il ns. articolo "Le Etnìe del Kenya" (rubrica "Africa", 2011). 
La etnia bantu dei Kikuyu (la più numerosa, dedita prevalentemente all'agricoltura e politicamente attiva), la etnia maa dei Samburu (pastori-guerrieri)  ed altre ancora resistono alla penetrazione islamica mentre  sulla costa (asse Watamu-Malindi-Mombasa, per intendersi), - lì dove originò, con il contatto del commercio e dello schiavismo arabi, la lingua ki-swahili - la islamizzazione impera tra le popolazioni bantu (Bajun, Mijikenda ecc.). La confinante Somalia è invece islamica al novantanove % e , pressata storicamente dall'Etiopia cristiana, è da decenni squassata dalle guerre intestine che hanno visto prevalere ora l'anarchia dei Signori della Guerra ora l'esuberanza delle Corti Islamiche: la Somalia non è uscita ancora dalla definizione di "nazione fallita": la povertà, la dissocialità sono poco rassicuranti (in Kenya Settentrionale si temono più i Somali che i burberi Turkana). Secondo molti, uno dei fattori di decadenza della "grande Somalia" è dovuto più che alla estrema disunione dei leader all'abuso di Kat, l'erba amfetaminosimile da masticare che appunto proviene con camion dal Kenya opve essa è liberalizzata. L'erba (Catha edulis) proviene dall'Africa Orientale per l'appunto e soprattutto dalla Penisola Arabica (da qui si riversa sul mercato occidentale, a Londra come Khat): si chiama anche Qat,  ma è nota come Miraa in Kenya ove la coltura dovrebbe essere resa illegale. Abbiamo visto tanta gente pericolosamente "persa" per l'uso di questa droga intorno al Monte Kenya, in territorio Meru, tanto da sconsigliare di chiedere informazioni sulla strada. Il commercio di droga parte da Isiolo, lo sanno tutti. E' curioso notare che la pianta è fortemente radicata nelle abitudini arabe.

Altro motivo di attrito tra Somalia e Kenya è che truppe keniote sono in territorio somalo per contrastare il dilagare delle infiltrazioni somale e qaediste.
Il Kenya è dunque terra da conquistare per i fanatici dell'imperialismo islamico, che non tollerano neanche le minoranze religiose. Solo ad Isiolo ci sono oltre dieci moschee ma il Kenya resiste.  Come la Tanzania continentale resiste ancora all'islamismo costiero ed insulare. Ci si chiede in Europa: fino a quando? (a.m.)

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